TI RICORDI NINA
Ti ricordi Nina il vecchio girotondo
nella campagna chiara di mezza primavera
per far crescere il grano pregavi un dio lontano
un dio che non ripaga:
e ti chiamaron maga.
Ti ricordi Nina quando arrivò l’estate
il tuo parlar col cielo con l’erba e con il melo
il tuo gridare ai lampi, il tuo fuggir nei campi
quando la notte canta:
e ti chiamaron santa.
Ti ricordi Nina la luce dell’inverno e
le case erano tane per spartirsi la fame
tu stavi in mezzo al gelo e bestemmiavi il cielo
con gli occhi di chi prega:
e ti chiamaron strega.
Ti ricordi Nina il medico in paese
venuto da lontano col suo camice bianco
ed un sorriso stanco inutile e tagliente
come la vecchia latta:
e ti chiamaron matta.
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Questa canzone di Gianni Nebbiosi,
del 1972, ci è stata insegnata da Sara
a ottobre del 2024
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Ti ricordi Nina il vecchio girotondo
nella campagna chiara di mezza primavera
per far crescere il grano pregavi un dio lontano
un dio che non ripaga:
e ti chiamaron maga.
Ti ricordi Nina quando arrivò l’estate
il tuo parlar col cielo con l’erba e con il melo
il tuo gridare ai lampi, il tuo fuggir nei campi
quando la notte canta:
e ti chiamaron santa.
Ti ricordi Nina la luce dell’inverno e
le case erano tane per spartirsi la fame
tu stavi in mezzo al gelo e bestemmiavi il cielo
con gli occhi di chi prega:
e ti chiamaron strega.
Ti ricordi Nina il medico in paese
venuto da lontano col suo camice bianco
ed un sorriso stanco inutile e tagliente
come la vecchia latta:
e ti chiamaron matta.
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Questa canzone di Gianni Nebbiosi,
del 1972, ci è stata insegnata da Sara
a ottobre del 2024
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