LA MATINA DI 23 MAGGIO
 
E la matina di 23 maggio
si movevano le truppe italiane
dalle terre l’armata lontane
la partenza ognun si partì
 
Su pe’ quei monti che l’acqua rovescia
grandinavano le bombe nemmiche
su pe’ quei monti colline e gran valle
ci massacravano a tutti così
 
Quanti al mio fianco ne sono caduti
e piangevano moglie coi figli
ma senza patria e senza vessilli
e piangendo dolori dal cuor
 
O tu moglie che tu non mi senti
ti raccommando i compagni vicini
di tenermi di conto i bambini
che io me mojo straziato nel cuor
 
O vigliacchi che voi ve ne state
con le mogli sui letti di lana
scarnitori di carne umana
che questa guerra c’insegna a pugnar
 
Voi chiamatelo il campo dolore
quelle terre da là dai confini
là si moreva come assassini
benedetti sarete nel ciel

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Questa canzone che Sandro Portelli ha raccolto
negli anni Settanta del Novecento a Ginestra Sabina, 
è una personale interpretazione del testimone della
più famosa" Oh Gorizia che sei maledetta".
Sara Modigliani ce l'ha insegnata ​a giugno 2025
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