E QUALCUNO POI DISSE
Fu l'idea di vedere i tuoi occhi
di abbracciare la nostra creatura
che mi diede la forza e il coraggio
di andar contro la natura
di sorridere agli infermieri
di pesare ogni parola
e alla notte ogni grido che usciva
ricacciarmelo dentro in gola.
E qualcuno poi disse
«Guarda lì l'agitato:
son passati otto mesi,
sembra un po' migliorato».
Fu l'idea di vedere i tuoi occhi
di giocare con la bambina
che mi fece ingoiare in silenzio
ogni loro medicina
e mi diede la forza e il coraggio
di rispondere senza urlare
al dottore che aveva schedato
la mia malattia mentale.
E un bel giorno venisti
col tuo abito a fiori
mi prendesti la mano
mi portasti di fuori.
Ma di fuori la voglia di uscire
si trasforma in voglia di pane
ma il discorso era sempre lo stesso:
«Torni fra due settimane»
Imparai a riconoscere presto
dietro a quello strano impaccio
una legge senza parole
fredda e dura come il ghiaccio.
Quella sera, ricordo,
tu dormivi al mio fianco
ma la stanza girava
e di colpo fui stanco.
Furon sempre le stesse facce
a legare questo mio male
e la stessa iniezione nel braccio
a condurmi all'ospedale
con lo stesso soffitto imbiancato
con gli stessi scarabocchi
dove ormai le paure e il silenzio
nascondevano i tuoi occhi.
E qualcuno poi disse:
«Guarda lì l'agitato:
son passati otto giorni
e c'è già ricascato».
_______________________
Questa canzone di Gianni Nebbiosi,
del 1972, ci è stata insegnata da Sara
a marzo del 2025.
Nebbiosi, che come nessun altro
sa cantare il disagio, in questa straziante
canzone ci parla anche delle lotte per
una sanità e una società più giusta,
ci annuncia e denuncia la necessità
della "Riforma Basaglia"
(Il 13 maggio 1978 è approvata la legge 180).
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Fu l'idea di vedere i tuoi occhi
di abbracciare la nostra creatura
che mi diede la forza e il coraggio
di andar contro la natura
di sorridere agli infermieri
di pesare ogni parola
e alla notte ogni grido che usciva
ricacciarmelo dentro in gola.
E qualcuno poi disse
«Guarda lì l'agitato:
son passati otto mesi,
sembra un po' migliorato».
Fu l'idea di vedere i tuoi occhi
di giocare con la bambina
che mi fece ingoiare in silenzio
ogni loro medicina
e mi diede la forza e il coraggio
di rispondere senza urlare
al dottore che aveva schedato
la mia malattia mentale.
E un bel giorno venisti
col tuo abito a fiori
mi prendesti la mano
mi portasti di fuori.
Ma di fuori la voglia di uscire
si trasforma in voglia di pane
ma il discorso era sempre lo stesso:
«Torni fra due settimane»
Imparai a riconoscere presto
dietro a quello strano impaccio
una legge senza parole
fredda e dura come il ghiaccio.
Quella sera, ricordo,
tu dormivi al mio fianco
ma la stanza girava
e di colpo fui stanco.
Furon sempre le stesse facce
a legare questo mio male
e la stessa iniezione nel braccio
a condurmi all'ospedale
con lo stesso soffitto imbiancato
con gli stessi scarabocchi
dove ormai le paure e il silenzio
nascondevano i tuoi occhi.
E qualcuno poi disse:
«Guarda lì l'agitato:
son passati otto giorni
e c'è già ricascato».
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Questa canzone di Gianni Nebbiosi,
del 1972, ci è stata insegnata da Sara
a marzo del 2025.
Nebbiosi, che come nessun altro
sa cantare il disagio, in questa straziante
canzone ci parla anche delle lotte per
una sanità e una società più giusta,
ci annuncia e denuncia la necessità
della "Riforma Basaglia"
(Il 13 maggio 1978 è approvata la legge 180).
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